In questo periodo mi sto dedicando molto alla composizione e in particolare alla scrittura per due mie nuove band di musica strumentale. Spero entro l’anno di riuscire a condividere con voi qualche bella news al riguardo…
Scrivere per me è un lavoro abbastanza faticoso e impegnativo, spesso frustrante ma estremamente gratificante quando riesco ad esprimere ciò che cerco.
Sono infatti, in generale, una persona molto esigente e questo si estremizza “purtroppo” quando compongo musica. Inoltre ho il problema di essere un creativo incostante e molto lunatico negli stimoli e nell’impegno compositivi.
Una delle difficoltà che incontro a volte è proprio l’inizio… capita cioè mi manchi la scintilla che faccia scaturire il brano, proprio l’ispirazione iniziale. Sono invece solitamente più efficiente nello sviluppo.
Quindi, come ho già fatto per altri articoli, ho sfruttato quanto state leggendo in maniera simil-terapeutica cercando, mentre scrivevo, di fare un po’ di ricerca e di riflessione sulle strategie per scongiurare il famoso “Blocco dello Scrittore” e in generale riuscire ad essere più produttivo nella composizione. Contemporaneamente ho provato anche a mettere a fuoco consapevolmente ciò che m’ha già aiutato in passato (e m’aiuta tuttora) ad evitare l’impasse creativa. Magari… ne esce qualche spunto utile anche per voi…
Una delle cose più efficaci che faccio in quei momenti di scarsa ispirazione è staccare e cercare di mettermi a fare altre attività che mi facciano star bene, mi diano stimoli e mi ricarichino. Ad esempio guardare un film, andare in palestra…etc.. a volte anche un giro da solo in macchina o al contrario una passeggiata in ambienti affollati mi può essere utile. Spesso recupero un po’ di energia interiore in questo modo, energia che mi aiuta ad essere più produttivo successivamente e a volte anche più felice.
Un’altra cosa che faccio in queste fasi è mettermi a studiare qualcosa in maniera seria e approfondita… brani, metodi tecnici, trascrivere soli di altri strumenti o altro. In generale comunque cose che mi stimolino e che mi attivino, quindi materiale che mi fornisca degli stimoli e dell’energia da sfruttare.
Molto spesso per me, come avrete capito, il motivo della scarsa ispirazione è la mancanza di energia interiore e di stimoli in generale (deficit non per forza causato dalla musica). Quindi ho riscontrato che è fondamentale per me non essere in uno stato emotivo piatto o “scarico” per essere creativamente efficace. In generale comunque cerco di condurre sempre un vita stimolante, ricca di attività e di curiosità, alla ricerca d’imparare cose nuove e di vivere in maniera non superficiale quello che mi accade. Questo approccio aiuta certamente la mia creatività.
Molte volte mi è utile ascoltare musica che non è nelle mie playlist abituali, meglio ancora se totalmente sconosciuta per me. Mi è capitato spesso ad esempio di ascoltare musica etnica e tradizionale di varie parti del mondo e ciò ha stimolato nuove idee in me.
Talvolta provo a recuperare delle vecchie registrazioni, vecchi “appunti” mai sfruttati. Capita così magari di rivalutarli o di riutilizzarli, anche solo in piccola parte, come spunto o stimolo per nuovi brani o arrangiamenti.
In più occasioni infatti ho commesso l’errore di sottovalutare alcune mie idee che reputavo non all’altezza. Mi è capitato di farne ascoltare alcune a qualche persona “fidata” ricevendo feedback molto positivi, al contrario di quanto mi aspettassi. Altre volte il passare del tempo mi ha fatto apprezzare cose mie che inizialmente non amavo per niente!
Bisogna quindi fare attenzione ad essere troppo critici nei confronti di quello che scriviamo. Ok essere esigenti ma non “auto-demolitori”.
Parallelamente, anche se spesso risulta complicato, cerchiamo di non deprimerci perché non riusciamo a comporre qualcosa che ci soddisfa. Non si deve avere paura di non farcela. Bisogna solo avere pazienza e capire come fare a trovare l’ispirazione e sbloccarsi (cosa che sto cercando, per l’appunto, di far io con questo articolo).
In qualche circostanza mi è d’aiuto cambiare l’ambiente in cui compongo, se possibile. Mi sposto da casa mia, vado nella mia saletta “fuori casa”, anche solo cambiare stanza a volte può essere utile. In maniera parallela provo ad imbracciare diversi strumenti o utilizzare diverse maniere di amplificarmi (suono in cuffia, suono con l’ampli, suono completamente in acustico, suono con effetti e quindi non con il suono “dry”). Spesso differenze in queste cose mi porta ad idee e risultati diversi o comunque mi fa intraprendere percorsi compositivi non previsti.
Una pratica in cui ultimamente mi cimento (per lo meno nel suo principio “base”) è quello che gli scrittori chiamano “free writing”.
Cerco quindi, sempre più spesso, di mettermi a comporre liberamente, senza nessun canone, senza nessun obiettivo circoscritto e definito, senza pensare che quello che sto scrivendo sia adatto o diretto ad una band piuttosto che ad un’altra. Solo in un secondo momento applico dei canoni di selezione e adattamento, quindi solamente in fase di arrangiamento. Questo perché porre dei canoni nella primissima fase creativa tende ad essere sempre un limite e fa perdere idee o sfumature che magari invece possono risultare utili o proficue in altri contesti o in altri momenti. Ovviamente registro e possibilmente annoto tutto, in modo da poter utilizzare il materiale composto in un secondo momento, anche se distante nel tempo.
Con lo stesso principio ogni volta che ho una melodia o un groove che mi girano per la testa cerco di non perderli e di registrarli immediatamente, anche semplicemente canticchiandoli e registrandoli con il telefono, in qualsiasi momento o luogo io sia.
Una cosa importante senza dubbio è prestare attenzione ai momenti in cui siamo particolarmente produttivi, capendone i motivi. In questo modo, alla luce di questa consapevolezza, potremmo essere in grado di ricreare le stesse condizioni in futuro.
Una strategia originale o quantomeno alternativa che metto in atto a volte è provare a trarre ispirazione da immagini, foto, film, documentari. Provo quindi a comporre qualcosa che descriva le emozioni che mi comunica quella determinata foto, quel film o quel documentario, anche nel momento stesso in cui lo sto guardando e magari mettendo “in mute” l’audio del filmato. In maniera simile mi è capitato di scrivere delle frasi, dei testi, di metter giù su carta miei pensieri e riflessioni e a partire da ciò comporre della musica (anche completamente strumentale) ispirata a quei brevi versi.
Una delle cose che però mi aiuta maggiormente a superare i miei momenti di poca ispirazione è certamente la collaborazione con altri musicisti. Questo è un aspetto che mi arricchisce moltissimo ovviamente ma soprattutto il confronto e la cooperazione attivano molto spesso la mia creatività. A volte anche delle “semplici” jam session hanno fatto nascere in me idee nuove e stimoli compositivi. Mi è capitato ad esempio di lavorare da solo a dei brani per periodi medio-lunghi ma con scarsi risultati. Successivamente lavorando sugli stessi per qualche ora con uno o più altri musicisti, son ritornato a casa con moltissimi input e stimoli nuovi che mi han permesso di proseguire in maniera nettamente più proficua di quanto non stessi facendo precedentemente. Tuttora, quindi, quando sono in “blocco creativo” cerco di incontrarmi e di collaborare con altri musicisti se mi è possibile.
Un aspetto che diminuisce nettamente la mia produttività compositiva (e non solo) e sul quale ho ancora molta strada da fare purtroppo…data la mia incostanza, è il verificarsi di fasi di inattività troppo prolungate. Provo quindi a non far passare troppo tempo tra l’inizio della stesura di un brano e la sua conclusione, cercando di chiuderlo in un periodo non troppo lungo. Il rischio che si corre è perdere stimoli, energia ed ispirazione durante quel lasso di tempo.
Siam giunti alla fine dunque…queste sono un po’ delle “strategie” che utilizzo ed ho utilizzato in passato per superare momenti di blocco creativo e in generale per provare ad essere più efficiente quando scrivo. Mi capitano comunque tuttora queste fasi, sia ben chiaro, ma riesco certamente a limitarle nella durata e a superarle più spesso rispetto al passato. Quanto ho scritto funziona per me e non è detto che risulti efficace per voi. In ogni caso, però, spero ugualmente di aver attivato una riflessione sulle modalità con le quali voi potreste affrontare queste difficoltà che prima o poi capitano a tutti.
Mauro